Come avviene la valutazione dei fattori di rischio psicosociali

Come tutti i fattori di rischio, anche i fattori psicosociali richiedono una gestione che parta da un’identificazione dei pericoli, prosegua con una valutazione dei rischi collegati, per giungere poi a definire azioni di mitigazione, miglioramento, monitoraggio.

Per quanto attiene all’identificazione dei pericoli (i “fattori”), l’organizzazione deve procedere alla comprensione delle fonti di danno. Nel fare ciò, non deve tenere in considerazione le misure di controllo eventualmente già in atto. Tali processi per l’identificazione dei pericoli devono essere “continui e proattivi” (come del resto viene già fatto presente per tutti gli altri fattori nella ISO 45001).

Fattori psicosociali nel lavoro: quali sono?

Vengono forniti elenchi ed esempi, sebbene non esaustivi, di possibili fattori psicosociali, che sono suddivisi in tre macrocategorie:

a) aspetti organizzativi (com’è organizzato il lavoro)

b) aspetti sociali (relazioni di lavoro a livello interpersonale e organizzativo, e loro dinamiche)

c) aspetti ambientali, che includono anche le attrezzature e le attività pericolose.

valutazione stress lavoro correlato

La valutazione dei rischi

Occorre poi procedere ad una valutazione dei rischi collegati ai fattori identificati, oltre a cercare le opportunità che possono portare a riduzioni di tali rischi e verso il miglioramento continuo.

Alcune caratteristiche di una tale valutazione del rischio sono riportate. Tale valutazione dovrebbe:

  • fornire informazioni sul potenziale danno; ciò significa che non è sufficiente fermarsi a una descrizione dell’esposizione senza interrogarsi circa i possibili scenari di danno
  • confrontare gruppi che differiscono per esposizione o segnalazione di rischi psicosociali; questo punto evidenzia che occorre porre attenzione alla definizione di gruppi omogeneamente esposti
  • considerare l’interazione dei rischi psicosociali con i rischi derivanti da altri pericoli identificati; infatti, uno dei punti che la ISO 45003 sottolinea con forza, è la contaminazione reciproca presente tra i fattori psicosociali e gli altri fattori
  • dare priorità ai pericoli in base al livello di rischio; ciò richiede di approdare a un’attribuzione di livelli di rischio che possano guidare nella definizione delle priorità di intervento
  • considerare le possibili diversità presenti nella popolazione organizzativa, nonché le esigenze di particolari gruppi; in ciò è opportuno riferirsi all’analisi del contesto organizzativo
  • come tutte le valutazioni del rischio, infine, è necessario che essa fornisca informazioni sulle misure di controllo e sulle opportunità di miglioramento.

Nella valutazione dei rischi associati ai fattori, occorre tenere in considerazione le difese già presenti, arrivando così ad apprezzare un rischio residuo, al fine di definire la necessità di azioni di miglioramento.

Queste ultime andranno definite secondo la gerarchia delle misure presente nella linea guida ISO 45003 (che categorizza gli interventi di miglioramento in primari, secondari e terziari), avendo come sfondo le prassi richieste dalla ISO 45001 e il principio di gerarchia ivi espresso.

Hai bisogno di aiuto per una valutazione dei rischi psicosociali in azienda?